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redazione@insideoutrend.itUn appartamento scenografico nel cuore di Milano diventa il primo showroom virtuale per raccontare il design in modo inedito, social e alla portata di tutti.
Un movimento di rottura, provocatorio, votato all’eccesso e alla sperimentazione giocosa di volumi e cromie, animato da effetti cangianti e luccicanti.
Ancora oggi sono molti gli aspetti di moda e design che riprendono quell'attitudine all'emancipazione e al culto della trasformazione - cifra stilistica degli Anni Settanta.
Con le sue atmosfere suggestive e ricche di contrasti, Tropical Chic è uno stile eclettico, che delinea accostamenti audaci, tra forme minimal e colori brillanti.
Il sipario dell’azienda Porro S.p.A., immersa nel verde della Brianza, si apre di fronte a noi. A dare voce alla storia di questo celebre marchio del design è Maria Porro, pronipote dei fondatori, che – con alle spalle una grande esperienza come curatrice e scenografa nel mondo del teatro e dell’arte – ricopre oggi il ruolo di direttrice Marketing e Comunicazione.
Dopo aver concluso la visita della produzione, Maria Porro – energica, carismatica, genuina – ci accoglie e ci invita nello showroom aziendale, incoraggiandoci a esplorare, curiosare, chiedere, indagare.
Il suo racconto ha inizio con una curiosità. È negli anni Venti, a guerra appena conclusa, che a Milano e nelle zone limitrofe si intensifica la richiesta di arredi in stile da parte della nascente borghesia per riempire quelle eleganti e maestose case e ville che ancora oggi punteggiano la zona con la loro bellezza. E così i territori della Brianza, poco adatti ad agricoltura o allevamento, diventano la culla di una fucina di maestri artigiani del mobile e la patria del design italiano nel mondo.
Tra esperienze imprenditoriali, aziende internazionali e veri e propri geni del settore si distinguono oggi i nomi del vero design Made in Italy che, pur essendo radicato in una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, non rinuncia alla necessaria spinta verso l’innovazione.
Oggi, la chiave di un design di successo è riuscire ad anticipare i temi dell’abitare, rinnovando i propri valori in chiave teorica e visionaria. È questo il caso di Maria Porro con la sua azienda di famiglia.
La storia della Porro S.p.A. comincia nel 1925 dall’idea dei fratelli Giulio e Stefano Porro e si arricchisce, di generazione in generazione, grazie a celebri collaborazioni, spirito di innovazione e capacità visionaria di personalità del settore che, nel corso dei decenni, gravitano intorno a questa realtà.
Con i suoi oltre 90 anni di esperienza, il brand si afferma ben presto come uno dei più rinomati del mondo dell’arredo sia tra il professionismo specialistico di autori e architetti sia tra i maestri del design e disegno industriale italiano. Il successo dell’azienda si fa strada anche attraverso il sodalizio con l’art director Piero Lissoni, architetto e designer, vincitore del “XXIII Compasso d'Oro”, ma la continua spinta all’eccellenza dei suoi fondatori illuminati ha sempre collezionato collaborazioni con importanti firme del design come Bruno Munari, Alessandro Mendini, Jean-Marie Massaud e Christophe Pillet.
La visione aziendale è fin da subito chiara: si basa sulla sinergia tra l’antica tradizione artigianale e le più moderne tecnologie produttive. Anche la sua identità si delinea attraverso un linguaggio semplice e iconico, capace di evolversi con il tempo. Semplicità e innovazione si rivelano i punti fondanti anche della grande produzione aziendale: i reparti produttivi sono rigorosi ed essenziali, e le fasi vi si susseguono con sistemi completamente automatizzati e definiti, alternati a lavorazioni manuali.
La produzione vive un momento di svolta negli anni ‘60, quando l’architetto Lorenzo Porro ha un’intuizione: individua nel principio di modularità la chiave progettuale di un mobile moderno, rivoluzionando non solo il modo di progettare ma anche di produrre, di pensare e di allestire un oggetto di design, tenendo conto che il disegno dello spazio, sia esso inteso come domestico o semplicemente come interno, non può prescindere dalla sua realizzazione pratica e dalla produzione in serie necessaria al mondo del design.
“Non si parla più di mobili ma di spazi, non progettiamo più l’oggetto ma la soluzione spaziale che esso genera, diventando architettura.”
Oggi Porro realizza non solo oggetti di design ma anche sistemi di partizioni interne, proiettati verso un’idea di casa sempre più a pianta libera, anticipando quasi il concetto di casa “fluida”, non realizzabile con i metodi tradizionali di disegno. Un approccio che vede la partecipazione attiva dell’esperienza della famiglia Porro in simbiosi con la visione sartoriale e pionieristica dell’art director, che consente di raggiungere la flessibilità spaziale e la standardizzazione dei prodotti su misura, portando l’azienda a soddisfare tutte le esigenze di mercato contemporaneo, complesso e sempre in evoluzione.
“Sartoriale ma con delle regole di proporzione, flessibilità ma mantenendo la coerenza di proporzione, come delle note per comporre una melodia.”
Parallelamente all’evoluzione spaziale, Porro porta avanti la propria ricerca attenta e accurata sui materiali, i dettagli compositivi e le tecniche di taglio. Il legno è il suo materiale per eccellenza, la sua lavorazione diviene un vero e proprio rituale capace di esaltare le qualità estetiche, i cromatismi e i profumi della materia prima. Porro propone una gamma di 17 diverse essenze, rinnovate di anno in anno, attraverso le quali clienti e architetti possono progettare l’ambiente desiderato.
Seicento punti vendita nel mondo, dagli Stati Uniti all’Asia attraverso tutta l’Europa. I prodotti di Porro, pur mantenendo la propria inconfondibile iconicità, subiscono intelligentemente le contaminazioni dei luoghi e si evolvono rispondendo alle usanze e alle culture con le quali viene in contatto. Un esempio è il tavolo Materic, ispirato dalle influenze del Giappone, per il quale viene progettato. È un viaggio in Germania a ispirare la realizzazione del prodotto più richiesto e rappresentativo della famiglia Porro, la libreria versatile e polifunzionale Load-it di Wolfgang Tolk, designer che riesce a tradurre e interpretare l’intuizione di Lorenzo Porro con il minimalismo e la pulizia formale che caratterizza tutti i prodotti della casa madre.
Porro non è solo innovazione nel campo del design, ma anche in quello del tema più dibattuto ultimamente, la sostenibilità.
L’azienda ha anticipato tutte le tendenze: da ben 23 anni è autosufficiente dal punto di vista termico e dell’aerazione grazie a un sistema di aspirazione che sfrutta gli scarti di produzione mediante un termovalorizzatore; ha previsto la presenza di pannelli solari in copertura che producono energia, ma soprattutto lavora nelle ore più luminose del giorno, sfruttando la luce naturale che entra dalle grandi finestre dello stabilimento.
L’identità dell’azienda è chiara, e Maria Porro la rappresenta a pieno: trasparenza, essenzialità, semplicità e sofisticatezza si ritrovano nella sua personalità e hanno contribuito, anche quest’anno, a conferirle il titolo di presidentessa del Salone del Mobile. Artigianato, filiera, formazione e sostenibilità sono al centro del progetto di questa edizione.
Come ha affermato la stessa presidentessa durante un’intervista rilasciata al sito salonemilano.it: “Con Supersalone abbiamo iniziato un percorso di ricerca dedicato alla scelta dei materiali e alle tecniche di costruzione degli stand. Con il ritorno del Salone a giugno lo scorso anno, siamo diventati la prima fiera ad aderire al Global Compact, mentre quest’anno abbiamo avviato l’iter per ottenere l’ISO 20121 per certificare il Salone come evento sostenibile, tracciando una serie di regole e consigli per ridurre l’impatto degli stand. Come Federazione e come Assarredo, affianchiamo le imprese per guidarle nel percorso di transizione ecologica con aiuti pratici, sia nel reperimento dei fondi, sia per la ricerca di materiali sostenibili. Vogliamo lavorare a 360° sulle materie prime, la filiera, i processi produttivi e la fine della vita del prodotto”.
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