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redazione@insideoutrend.itUn appartamento scenografico nel cuore di Milano diventa il primo showroom virtuale per raccontare il design in modo inedito, social e alla portata di tutti.
Un movimento di rottura, provocatorio, votato all’eccesso e alla sperimentazione giocosa di volumi e cromie, animato da effetti cangianti e luccicanti.
Ancora oggi sono molti gli aspetti di moda e design che riprendono quell'attitudine all'emancipazione e al culto della trasformazione - cifra stilistica degli Anni Settanta.
Con le sue atmosfere suggestive e ricche di contrasti, Tropical Chic è uno stile eclettico, che delinea accostamenti audaci, tra forme minimal e colori brillanti.
È in un’atmosfera sospesa tra mondi lontani che vogliamo raccontarvi di Stereo Mike, un nuovo lounge bar nel cuore di Napoli.
Il progetto nasce da un incontro tutto partenopeo, quello tra un gruppo di dieci giovani imprenditori e l’architetto Carmine Abate, a cui viene commissionato il progetto.
Lo spazio è contenuto e affaccia su una strada secondaria, poco trafficata, seppur vicina ai vicoli della movida notturna. Il locale è situato nella parte basamentale di un affascinante palazzo storico, la cui facciata è suddivisa in 3 campate: una principale dominata da un imponente portone, circondato da 3 archi sorretti da colonne con capitelli in stile corinzio, e due laterali, una delle quali rappresenta l’ingresso del locale.
Nell’approcciarsi all’incarico, l’architetto individua subito i due elementi che diventeranno fondamentali per lo sviluppo del concept: da un lato la fiducia piena da parte dei committenti, dall’altro il luogo di pregio in cui lo spazio è inserito.
Qui il bivio: lasciarsi abbracciare dal contesto e rispettarlo, oppure sfidarlo e rompere totalmente le regole?
Carmine Abate, di indole perfezionista e allo stesso tempo ironica, decide di intraprendere la seconda strada, dando vita a una “bombetta”, come lui ama definirla, una chicca di design, un progetto dirompente su una quinta ben definita. La strategia risulta vincente.
Arrivati al locale, il primo elemento che salta all’occhio è il portone scenografico in vetro cangiante, rivestito con pellicola dicroica e sormontato da un LED che recita in loop l’intro della celebre canzone che ha fatto ballare i giovani degli anni Novanta, Drinking in L.A. di Bran Van 3000: “Hi, my name is StereoMike!”
L’intero concept è racchiuso in questo benvenuto parlante, spezzone di un brano che racconta di un gruppo di amici degli anni Novanta, e che è subito venuto in mente all’architetto durante il primo incontro con il gruppo dei proprietari. La forza del progetto sta proprio nella spontaneità della sua genesi. Gli anni Novanta pervadono lo spazio nella sua interezza e rappresentano il ritorno nostalgico a un passato vicino, creando una retorica poi non così lontana.
Il locale è sormontato da una volta “impacchettata”, in maniera volutamente casuale e incompleta, con un rotolo di imballaggio pluriball lungo 20 metri, quasi a evocare la cifra stilistica di Christo, l’artista di fama mondiale.
Gli arredi, tinteggiati con il noto smalto Farrow and Ball, appaiono come blocchi di colore: quello verde acido ospita il backbar e quello violaceo il bancone su cui poggia l’iconica Snoopy di Flos. Alle spalle di quest’ultimo l’attenzione viene catturata da una bottigliera specchiata, rivestita come il portone d’ingresso.
Le sedute sono totalmente customizzate, dal design fino ad arrivare ai tessuti estremamente ricercati, provenienti dal negozio in disuso di un calzolaio.
La superficie del pavimento di tutto lo spazio e i rivestimenti a parete del bagno sono pervasi dalle piastrelle 10x10cm bianche con fuga a contrasto, dando l’effetto di un “foglio a quadretti”, firma inconfondibile dell’architetto.
La vera magia avviene quando la luce, naturale o artificiale che sia, invade lo spazio: l’effetto è quello di un caleidoscopio. I colori cambiano sfumatura all’infinito, rendendo lo spazio nuovo a ogni ingresso.
Il progetto del locale dà vita a una gemma nascosta, come tante delle bellezze di Napoli, che si inserisce nel contesto di una città in evoluzione, eclettica, orgogliosa, capace di rinascere, di sfidare l’impossibile, di attrarre e riqualificare.
Varcando la soglia dell’imponente portale neogotico, dal respiro quasi sacro, si entra in un mondo profano pieno di colori, luci e cultura pop.
Basta un passo: fuori sei a Napoli, dentro sei ovunque.
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